Perché due definizioni?

Recentemente sulle riviste di settore si è parlato dell’iniziativa di questo nostro gruppo, “I Gelatieri per il Gelato” come di coloro che hanno proposto la “seconda” definizione di gelato artigianale.

La mia domanda nasce spontanea, perché ce ne devono essere due di definizioni?

Esistono due tipi di gelato artigianale di tradizione italiana?

Uno fatto dai gelatieri che lavorano in bottega e uno suggerito dai produttori di prodotti per gelateria e di macchinari?

In quale delle due definizioni un gelatiere artigiano si dovrebbe riconoscere?

Ma soprattutto perché i giornali e i portavoce dell’industria dell’indotto del gelato continuano a voler precisare senza mezzi termini che il nostro parere a loro interessa poco?

Vorrei ribadire un concetto che forse non è stato chiaro, anche a coloro che hanno partecipato alla nostra conferenza stampa e che hanno apparentemente elogiato l’iniziativa: NON ABBIAMO BISOGNO DI DUE O CENTO DEFINIZIONI DI GELATO ARTIGIANALE DI TRADIZIONE ITALIANA!

Il nostro gruppo, nato liberamente e trasversalmente da ogni categoria o colore politico, ha solo il desiderio che venga fatta chiarezza nel nostro settore, magari iniziando ad adottare TUTTI una definizione valida che ci tuteli da chi millanta di fare il prodotto che ci rappresenta e che rappresenta la nostra professionalità.

Se qualcuno pensa che la “nostra definizione” (intesa dei gelatieri che lavorano direttamente nel proprio laboratorio) non sia valida o sia incompleta, che limiti la libertà del gelatiere artigiano o che andrebbe migliorata in qualche passaggio, si faccia avanti e collabori per migliorarla. Questo blog ne offre piena possibilità a tutti.

Se poi qualcuno (che non è gelatiere artigiano) vorrebbe che inserissimo la possibilità di chiamare gelato artigianale qualsiasi prodotto fatto con basi pronte e definire gelatiere artigiano un tagliatore di buste, allora è meglio che costoro si facciano pure la propria definizione di “qualcosa di gelato” e di “gelatore specializzato”.

R.L.

Tra parentesi una precisazione: un dato certo è che I Maestri della Gelateria Italiana non hanno sottoscritto né partecipato alla stesura di questa definizione.

Per quanto riguarda le altre associazioni di gelatieri coinvolte, Cogel Fipe, S.I.G.A. e G.A.T. rimandiamo ai loro rappresentanti la conferma di aver fatto parte del tavolo di lavoro o meno.

Unisciti alla conversazione

  1. Ero presente alla conferenza stampa a Rimini e mi aveva stupito che i rappresentanti Acomag e Aiipa fossero così favorevoli e palesamente partecipi del progetto gelatieriperilgelato.
    Il mettere i puntini sulle i di chi fa fatto prima cosa, mi sa tanto di inutile gara e perdita di tempo se alla fine tutti fossimo alla ricerca di perseguire lo stesso obiettivo finale.
    Nel caso così non fosse (e che quindi ad una definizione del genere non venisse anche aggiunta una connotazione qualitativa) è logico che le strade andrebbero a dividersi

    1. Caro Andrea, non è una questione temporale, è una questione di “valore”. L’intento di questi signori è di mettere in “secondo piano” il nostro parere ed in “primo piano” il loro agli occhi di chi legge le riviste. Tutto qui.
      Ti sembra poco?
      Penso che sarebbe l’ora che iniziassimo a comunicare la realtà dei fatti direttamente ai nostri clienti, partendo dalle nostre gelaterie.
      Tra poco ci sarà la possibilità di scaricare il banner del “Gelato è musica” e proporremo un’iniziativa dedicata alle proprietà nutrizionali del gelato artigianale.
      Se le riviste di settore ci ignoreranno (perché temono ripercussioni dei loro sponsor) ci rivolgeremo alla stampa non specializzata (che va direttamente nelle case dei nostri clienti).

      1. Certo, ma non mi stupisco della loro reazione, è il loro mestiere…
        Intendevo dire che ero più stupito a Rimini

  2. Gianfrancesco Cutelli says:

    Appoggio il commento di Roberto Lobrano e a maggior ragione insisto sulla necessità di differenziare in maniera netta tra gelatieri e gelatori. Ognuno ha diritto di scegliere il prodotto che preferisce basta che possa essere consapevole di quello che sceglie.

  3. Davide "Fior di gelato" says:

    “qualcosa di gelato ” è bellissima ……. 🙂 anche se in realtà è l’unica definizione che molti che producono e vendono (magari pure con successo economico)sanno dare di ciò che fanno

  4. giorgio says:

    Cosa devo dire, sono cinquanta anni che l’industria dei prodotti per gelateria gioca sull’equivoco di rispecchiarsi nell’immagine del vero gelatiere ma quando questo gli chiede che in questi furbi “INGREDIENTI COMPOSTI” vengano specificate le componenti nelle percentuali con la massima traparenza, allora l’attegiamento cambia. Quello che più mi rammarica è che l’Acomag difenda questa posizione.
    In questa nuova stagione per la mia chlientela con la collaborazione dei “GELATIERI PER IL GELATO” fornirò un libretto con tutte le spiegazioni come va fatto il vero Gelato Artigianale Italiano. Forza sempre avanti nonostante Aiipa, Acomag e Monti. Un saluto a tutti i Gelatieri.
    Gorgio De Pellegrin

  5. Loris Molin Pradel says:

    Carissimi colleghi,
    da due anni a questa parte sono stato definito “la bestia nera”, colui che vuole dividere la categoria.
    Tutto ciò, dopo che è stato presentato il progetto ArtiGelato. Fiumi di inchiostro, attacchi da parte di taluni noti … e non solo.
    Con la nascita di “Gelatieri X il Gelato” e con la definizione che ne è scaturita, si desiderava dare inizio ad una stagione di sano confronto.
    Qui non si tratta di stabilire chi ne ha parlato per primo, ma chi ha titolo per parlarne.
    Se proprio volessimo mettere i puntini sulle “i”, i primi non sono certo stati AIIPA ed ACOMAG, ma chi ha dato vita ad ArtiGelato, scatenando guarda caso le loro ira.
    Ira non tanto provocata dai contenuti, ma dal fatto che dei gelatieri osassero mettere nero su bianco un documento che li mette di fatto in secondo piano.
    D’altra parte si tratta dell’unico documento di riferimento. Documento che potremo certamente migliorare, ma pur sempre documento “prodotto” da gelatieri.
    Ribadiamo che non si è mai visto che chi fa le botti decida il nome del vino e come esso debba essere fatto. Cosa penseremmo se i tassisti permettessero alle case automobilistiche e alle compagnie petrolifere di dettare loro le regole?
    Vogliamo essere noi l’eccezione? La vogliamo smettere di farci turlupinare? Ci vogliamo e vogliamo ricordare a costoro che siamo noi a dare loro le risorse e non viceversa?
    Intanto il Chiacchierificio continua imperterrito la sua produzione di “aria fritta”.
    Consiglierei di non cullare sogni utopistici di vedere una categoria totalmente unita e tanto meno l’intero settore (come sarebbe più auspicabile). Consiglierei invece di guardare in faccia la realtà in quanto è inutile fingere di non vedere che esistono:
    Gelatieri – Gelatori e Gelatescort.

    PICCOLO GLOSSARIO

    Gelatiere: colui che con maestria sa trasformare in “Gelato Artigianale” prodotti alimentari di largo consumo.
    Non necessita obbligatoriamente di prodotti prelavorati e simili.

    Gelatore: colui che, più o meno inconsciamente, trasforma in gelato prodotti prelavorati, preconfezionati, ecc…
    In assenza di tali prodotti non è nella condizione di svolgere il suo lavoro.

    Gelatescort: colui che per i motivi più disparati approfitta delle opportunità messe in campo da altri attori del comparto per apparire, farsi un nome e magari qualche spicciolo.

    *(Tutte attività legittime. Sia ben chiaro.)

    Ognuno dovrà andare per la sua strada … con annessi e connessi …
    Prendiamo atto che “ll buonismo è l’anticamera del degrado”.

    Loris Molin Pradel

    PS. Anche stavolta sono stato cattivo ……

    Dimenticavo di sottolineare:
    Il Gelato Artigianale è musica
    … una composizione del tuo
    GELATIERE DI FIDUCIA
    in armonia con la natura …
    Tutto il resto è noia …..

  6. Tornando sulla questione, non ha importanza più di tanto se ci sono primi o secondi .
    Quello che colpisce è la completa mancanza di contraddittorio sulle pagine di una rivista come il Gelatiere. Quando pubblica articoli come quello del Sig. Benvenuti non si preoccupa di convolgere l’altra parte, mettendo le due definizioni a confronto in modo che si capisca bene perchè si differenziano.
    Una rivista che si rivolge ai gelatieri dovrebbe avere il coraggio di sostenere anche chi ha fatto e fa il gelato senza i preparati pronti (ingredienti composti) perchè questi, in pratica, si sostituiscono alla professionalità del Gelatiere con la G maiuscola .
    Ciao
    Giorgio

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