Da poche settimane il Movimento dei Gelatieri per il Gelato si è registrato come Associazione Culturale.
Dandosi così una struttura operativa e un’ufficialità istituzionale, è stato anche necessario creare un organismo di coordinamento delle attività.
Il Consiglio Direttivo è oggi costituito da Antonio Cappadonia, Gianfrancesco Cutelli e da me, Roberto Lobrano che ne sono anche il Presidente.
Questo è il primo saluto ufficiale che porgo agli associati, agli aspiranti e a tutti coloro che seguono questo blog e le attività del Movimento fin dal 2011.
Il movimento GxG nasce per valorizzare la cultura professionale del gelatiere e per incentivare l’utilizzo di prodotti di qualità, rispettosi del territorio, della stagionalità e in linea con i principi etici e di sostenibilità presenti nel nostro manifesto.
Nell’ambito di questo gruppo di professionisti ci sono già delle competenze ma soprattutto la voglia, se non la necessità di condividerle, ed aumentarle con l’apporto di più punti di vista possibili.
Il nostro mestiere nasce per poter soddisfare dei bisogni semplici ma che possono essere determinanti per la salute dei consumatori, per le economie del gruppo sociale di appartenenza (ovvero là dove si opera) e in ultima istanza anche per il pianeta che abitiamo e che stiamo sfruttando indiscriminatamente.
I GxG vogliono crescere professionalmente e comunicare nel modo più chiaro e trasparente possibile con i propri interlocutori, siano essi il pubblico finale o chi ci amministra e legifera.
Tra i nostri obiettivi c’è l’informazione sulla qualità verso il pubblico. Oggi c’è ancora troppa confusione e il cliente non è in grado di capire la qualità del prodotto che sta consumando. E non parlo solo di qualità gustativa, che è comunque un valore soggettivo, parlo di un concetto di “qualità complessa”, ovvero il risultato di scelte e capacità tecniche che non sempre sono chiare nella comunicazione verso il consumatore finale.
Oggi gran parte della comunicazione della qualità in gelateria è basata sull’emotività che certe frasi suscitano nel cliente. Il NON utilizzo di un qualcosa (qualsiasi cosa sia) all’interno di una ricetta è visto già come un valore aprioristico di qualità, perché presuppone implicitamente che tale assenza sia a tutela della salute, visto che stiamo parlando di cose da mangiare. Purtroppo si è arrivati anche all’esagerazione e alla mistificazione. Occorre maggiore chiarezza, studi seri e comunicazione di sostanza più che sensazionalistica o addirittura terroristica in certi casi.
Un’arma efficace per far fronte a questi temi è la cultura, la conoscenza, lo studio e la sperimentazione. Il confronto con competenze specifiche e lo scambio di opinioni. Il tutto adottando tecniche di discussione creative e metodologie analitiche per vagliare i risultati senza farsi trascinare dall’emotività.
Chi avrà voglia di mettersi all’opera per questo necessario cambiamento di prospettiva, sa che oggi ne ha la possibilità, iscrivendosi a questa Associazione e contribuendo secondo le proprie possibilità.
Un caro saluto a tutti.
Roberto Lobrano