Incontro con L’Abbate e Paparella al SIGEP 2017

Nel dicembre del 2016 è stato depositato un disegno di legge sul gelato artigianale di Alta Qualità da parte del Movimento Cinquestelle. Il giorno 21 gennaio 2017 a Rimini presso lo stand Conpait del SIGEP vi è stato un primo incontro con i gelatieri.

Ecco cosa hanno detto il parlamentare Cinquestelle Giuseppe L’Abbate e il Professor Antonello Paparella del Dipartimento di Scienze degli Alimenti di Teramo.

L'Abbate Gelato

L’Abbate: “La proposta di legge nasce in seguito ad una puntata di Geo and Geo dove c’era ospite il Professor Paparella e dove si parlava di gelato e proprio il professore affermava che in Italia non c’è una legge che definisca il gelato artigianale. Ho appreso che l’unica provincia d’Italia che ha regolamentato il settore è quella di Bolzano e il pensiero è stato che magari si potrebbe estenderla o farla anche per il resto d’Italia.”

Giuseppe L’Abbate contatta quindi Paparella per colmare questo vuoto normativo. Dopo diversi incontri ognuno per la sua parte, L’abbate in qualità di parlamentare ha raccolto le esigenze di colmare il vuoto normativo, mentre Paparella ha messo a disposizione da propria conoscenza tecnica del settore alimentare.

Continua L’Abbate “La bozza è nata in questi termini ed è stata depositata. E’ servita a smuovere un po’ il settore e a sollevare diverse reazioni di cui siamo contenti. Siamo assolutamente aperti al confronto e a suggerimenti e la nostra presenza qui ne è una testimonianza. Questa legge può servire a tutelare il gelato artigianale, il settore e soprattutto il consumatore.

In quanto opposizione (continua L’Abbate) è chiaro che in questo momento non abbiamo i numeri per poter far approvare la legge, ma intanto aprire una discussione sui tavoli in parlamento è importante.

Paparella prende poi la parola e spiega il percorso che ha portato al testo.

“Abbiamo esaminato tutto ciò che era stato pubblicato di normativo nel settore in Italia e all’estero. Abbiamo esaminato in dettaglio quella che era la normativa esistente a Bolzano, che era molto dettagliata in materia, anche l’esperienza francese recente della Charte Qualité. In Francia è stata istituita l’alta qualità sul gelato e nella professione di gelatiere sono stati creati due livelli di professione: il gelatiere artigianale e il Maitre Glacier. Sono state fatte delle scelte che anche in Francia sono state oggetto di discussione. Additivi sì, additivi no, quali additivi? Farina di semi di carrube, aromi di sintesi, eccetera.

In altri paesi c’è una normativa molto evoluta, ad esempio negli Stati Uniti, in Nuova Zelanda, Australia; paesi  lontani da noi, dove ci sono molte gelaterie che si fregiano del termine artigianale, hanno sentito la necessità di codificare questa artigianalità.

Quindi il documento non nasce dalla trasposizione di nozioni teoriche verso un testo di legge, ma da un’analisi attenta dei testi di legge esistenti e da un lungo lavoro di visite in gelateria. Già prima della messa in onda della trasmissione Geo di maggio sono stati visitati decine e decine di negozi, abbiamo buttato giù liste di ingredienti e abbiamo analizzato tutti gli ingredienti che vengono utilizzati in moltissime gelaterie di più città.

Nessuno aveva l’intento di demonizzare qualche cosa. L’intento di questo testo era quello di creare una denominazione superiore di qualità. Una nuova opportunità per valorizzare un prodotto che ha già una qualità, cioè chi non corrisponde a quello che c’è scritto nel testo, non è che non produca un prodotto di qualità, semplicemente questa denominazione dà un vantaggio in più.”

L’esempio del prosciutto cotto

Paparella continua: “Facendo un parallelo nel settore delle carni, nel 2005 c’è stata un’iniziativa simile. Nel 2005 la Coldiretti aveva organizzato un blocco alla frontiera con l’Austria per impedire l’importazione delle carni. C’era una grande confusione nel mercato: i salumi italiani, che sono prodotti di alta qualità, venivano confusi con prodotti che venivano realizzati in Germania e in Austria distribuiti poi nei discount italiani.

È nata così un’iniziativa, con Decreto Ministeriale nel settembre 2005, per istituire l’alta qualità. Prendiamo ad esempio il prosciutto cotto di alta qualità: accanto c’era il prosciutto cotto scelto e poi il prosciutto cotto. Questa è stata un’iniziativa che all’inizio ha creato un caos tra i produttori che hanno reagito in maniera violenta, contestando questo decreto e pensando che avrebbe determinato soltanto dei danni. In realtà dopo dieci anni questo Decreto ha dimostrato di aver fatto un grande servizio all’industria, perché creando l’Alta Qualità, ha fatto piazza pulita di tutti quei prodottacci, come i prosciutti cotti ricomposti, ad alta resa che circolavano confondendosi con gli altri prodotti di alta qualità. Chi ha scelto di produrre il prodotto di qualità corrente, non è scomparso dal mercato, ha ritagliato la sua fetta di mercato; cioè il mercato non ha subito danni, ma un vantaggio. Chi ha perso da quell’esperienza sono proprio coloro che venivano a portare i prodotti di basso livello dalla Germania e dall’Austria, che ora non ci sono più nel mercato normale della distribuzione, ma sono solo in alcuni discount.

Quindi l’obiettivo di questa nuova proposta è quello di dare al gelatiere, che già produce un prodotto di qualità, la passione. Si tratta di dare un’opportunità nuova per creare un marchio, diverso dal biologico, diverso dall’STG (cioè dalla Specialità Tradizionale Garantita), di livello superiore. Chiaramente era necessario fare delle scelte che il consumatore potesse capire, quindi è chiaro che la farina di semi di carrube è un ingrediente naturale, ha un numero come additivo ed è un ingrediente molto utile nella gelateria, ma chiedere ad un consumatore di andare in una gelateria a controllare se accanto a quello usassero magari, aromi di sintesi, coloranti di sintesi, olio di cocco e tanti altri elementi non era facile da comprendere.

Quindi in una prima analisi, in un primo testo, la scelta che è stata fatta è quella: no a basi ad alta grammatura, no a nuclei con molti additivi, anche perché nei giri che ho fatto nelle gelaterie, non ne ho mai trovata una che usasse solo la farina di semi di carruba. Come minimo insieme c’erano: l’acido citrico, i carragenani, lo xantano, il guar.

Con questa legge abbiamo quindi la possibilità di far riconoscere un prodotto di alta qualità che avrà anche un prezzo di alta qualità.”

La seconda proposta di legge, da dove è uscita?

A questo punto, visto che il giorno 20 di gennaio è stato depositato un altro disegno di legge da parte di Federico d’Incà, un altro appartenente al Movimento 5 Stelle, mi sono sentito in dovere di fare una semplice domanda: quando è stato presentato questo disegno di legge e se L’Abbate e Paparella sono a conoscenza che c’è un’altra proposta dal testo molto diverso.

L’Abbate risponde che è la sua proposta è stata depositata nel mese di dicembre e che i lavori si sono sviluppati in due contesti diversi, sono progetti nati in parallelo senza che uno sapesse dell’altro, ma che hanno deciso di comune accordo di presentarli entrambi e che poi in caso di calendarizzazione, sarà fatto un lavoro di unione.

Paparella tende a precisare che gli obiettivi delle due leggi sono diversi:

“Quella di D’Incà serve a tutelare il Gelato di Tradizione Italiana, questo il gelato di Alta Qualità. La maniera migliore per tutelare il gelato artigianale italiano però sarebbe stato, 10 anni fa, fare l’STG come è stato fatto con la mozzarella e per la pizza napoletana. Il testo di D’Incà ricalca quello di Bolzano e ha anche una parte interessante sulla formazione.”

Al mio dubbio sull’eliminazione totale degli additivi da un punto di vista tecnico, Carruba compresa, la risposta di Paparella è stata: “io capisco, ma quando si fa una proposta all’inizio si deve chiedere 100, poi alla Camera, quando parte il dibattito, vengono convocate tutte le associazioni e nasce il confronto tra chi fa il lavoro, e che quindi lo conosce meglio di chi ha scritto, e che dice: questa cosa qui si può fare, questa no.”

La strada però secondo Paparella non deve essere quella di autorizzare tutti gli additivi naturali perché non porterebbe a niente visto che il consumatore non lo capirebbe, inoltre quasi tutti gli additivi sono di origine naturale. Anche dire naturale che non ha subito procedimento chimico non chiarisce: come fare a distinguere farina di semi di carrube sì e carragenina no, o guar si e alginati no. Bisognerebbe fare una lista….

A questo punto la mia domanda è stata: “ma così facendo non si rischia di demonizzare dei prodotti che non fanno assolutamente nulla alla salute?”

La risposta di Paparella è stata: “L’obiettivo non è la salute dei consumatori ma di creare una fascia alta.”

Allora io mi chiedo: “Ma chi lo dice che senza la farina di semi di carrube la fascia del gelato è alta?

In sostanza per chi ha proposto questo disegno di legge il concetto è: per un consumatore è più facile capire questo tipo di messaggio. In pratica un gelato “senza” le cose che il consumatore non capisce è, a prescindere, un gelato migliore….

Paparella dice di aver letto le correzioni proposte nel nostro articolo su GxG e dice di condividere in pieno molti suggerimenti fatti. Ad esempio ritiene molto utile dare le definizioni dei semilavorati, aggiungendo: “nel testo iniziale non abbiamo voluto inserire un divieto per le basi pronte per evitare un danno visibile ad una parte del settore, ma se questo entrasse allora si può parlare di singoli ingredienti.”

Quindi questo è il primo round.

Starà a noi cercare di portare le giuste correzioni.

Nei prossimi giorni vedremo di analizzare anche la seconda legge…

 

Roberto Lobrano

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  1. Giuliano. says:

    Sono pienamente daccordo è ora di regolare la legge il cartello degli ingredienti importantissimo le misure dei locali prima di aprire uno o una deve avere come minimo tre anni di esperienza con cerutificato scolastico del settore . Un consiglio spassionato analizzate quello che Antonio Munaretto in trentino altoadige ha fatto x difendere il gelato artigianale.un altro consiglio unite le associazioni e cercate di stare lontano ai politici

  2. Riflessione a difesa dei Gelatieri Artigiani mentalmente indipendenti.
    Luigi De Luca
    26 January at 15:07

    ACTION REACTION AND OVERREACTION AZIONE REAZIONE E REAZIONE ESAGERATA
    Un vero Gelatiere Artigiano non ha bisogno di una “legge” che lo protegga.
    La scelta di stare calmi o di scatenare una reazione incontrollabile che possa giocare contro noi stessi, si nasconde dietro ogni “parola”.
    by Luigi De Luca
    Quando si parla di Gelatieri Artigiani, specie chi crede di esserlo, inconsapevolmente cade nelle trappole di chi in effetti non lo e’. Quando dico; vero artigiano mi riferisco a quelli che fanno scelte consapevoli tra prodotti che utilizzano e metodi tradizionale che applicano. Chi lo e’ (artigiano vero) in questo caso capisce di quello che sto parlando!
    E’ proprio a questi che voglio dedicare questa mia riflessione, sperando di essergli utile e di fargli evitare problemi di “incoerenza” o discrepanze professionali.
    Questa mia “azione” e’ nata pensando al lavoro ed i sacrifici che fate, trascurando (non dedicare abbastanza tempo alle cose di cui siete inconsciamente abituati a fare o di non conoscere) la “reazione” del vostro comportamento quando qualcuno vi fa’ notare le vostre incoerenza e/o discrepanze professionali. Anzi, tutt’altro, molti di voi invece di essere grati e riconoscenti verso coloro che portano alla vostra attenzione certi argomenti, voi, invece di ringraziare, vi difendete come il gallo; alzando la cresta mostrando incontrollabilmente la vostra “over-reaction” (reazione esagerata).
    Questo tipo di comportamenti non ci aiutano a migliorare ma dimostraimo i nostri limiti allontanando quelle persone che servono da “termometro” per il benessere della nostra attivita’.
    Detto questo volevo, in questo caso, farvi solo un esempio di cui molti di noi credono di essere nel giusto.
    Un vero artigiano ed il suo gelato si distinguono nel momento del servizio e non come molti pensano in laboratorio. Nel laboratorio spesso non ci vede nessuno ed anche se e’ a vista non significa che stiamo facendo vedere in piena coscienza e onesta’ quello che stiamo preparando, quindi solo nel servizio riusciremo a dimostrare la nostra bravura e rispetto per quello che facciamo e per le materie che utilizziamo.
    Perche’ parlo di servizio (non intendo la cameriera/re o da dietro il banco, mi riferisco a cio’ che viene servito in cono e specialmente in coppa, in particolare quando si siedono a gustare una coppa di gelato (presumibilmente ARTIGIANALE) . La coppa di gelato artigianale non verra’ mai presentata con toppings proposte da aziende di prodotti elaborati. Una coppa di gelato artigianale non va assolutamente servita con sciroppi composti da glucosio o stabilizzanti che vanno a distruggere il tempo, la materia prima utilizzata nel nostro gelato e la passione di cui ci vantiamo tanto di fronte ai clienti.
    I toppings industriali distruggono quella sicurezza di cui un vero artigiano si vanta. Chi desidera presentare del gelato artigianale fatto con coscienza puo’ prepararsi i propri topping o se lo desidera, puo’ prepararsi della frutta fresca (senza esagerare) elaborata o addolcia senza coprire il sapore della passione riprodotta in coppa. Decorazione SI ma senza vendere frutta al posto del Gelato.
    Sicuramente, se siete artigiani, vi sara’ capitato che qualcuno, cliente o amico attento, vi abbia fatto notare queste discrepanze o incoerenze. Se invece non ce’ stato nessuno, cliente o “intenditori-giornalisti” che abbiano notato questi particolari allora stiamo servendo generazioni che di Artigianato o di gelato ne capiscono molto meno di me.
    Detto questo voglio condividere con voi tutti la mia lunga riflessione durante un ritiro spirituale dove ho meditato a lungo sulle proposte di legge che tutti si affrettano a presentare ed io, gia’ nel 2015, sono stato uno di questi atraverso l’organizzazione che rappresento presso il ministero del Lavoro e delle politiche Sociali e Agricole.
    Qui di seguito potete leggere la similarita’ che trovo fra un topping ed un politico (proposta di legge).
    GELATO ARTIGIANALE ITALIANO e’ una questione Morale e non politica.
    E’ la nostra morale che detta le leggi di cio’ che coscientemente prepariamo per la salute pubblica e per la gioia dei bambini ed adulti e non la politica condotta da persone che di gelato ne sanno di un elefante. I politici conoscono l’esistenza del gelato solo perche’ hanno sempre visto scritto la parola ed i loro enitori li accontentavano da bambini. Chi si affida ai politici per difendere un settore creato dall’arte di fare e dare piacere sarebbe come portare un’essere umano alla pena di morte… peggio della sedia elettrica.
    Il GAI non e’ e non deve diventare una questione politica altrimenti andra’ a finire come tutte la altre attivita’ gestite dalle istituzioni. E, a quanto sembra e come hanno dimostrato i politici o la politica condotta in Italia, le cose non vanno esattamente come la nazione vorrebbe.
    Il fatto stesso di essere artigiani gelatieri italiani significa gia’ essere tutelati. Non servono proposte di legge che proteggano il nostro operato o settore.
    Un gelatiere coscienzioso non ha bisogno di una legge che lo “protegga” da una parte e lo obblighi dall’altra a seguire delle regole ; regole dettate dall’industria manufatturiera di prodotti come il topping che va a distruggere tutto il tuo operato e la genuinita di cio’ che hai preparato.
    Chi si affretta a volere una legge a questo riguardo non lo fa’ assolutamente per difendere o tutelare il settore ma lo fa solo per tutelare se stesso o avere il potere o la presunzione ed arroganza per poter dire che grazie a lui/loro le cose si metteranno apposto. Mi permetto, con cognizion di causa e soprattutto per esperienza di vita; non solo professionale ma soprattutto sociale, di evidenziare le caratteristiche di questo tipo di persone. Senza pero’ giudicarne l’esistenza ma individuarle e capire come conviverci.
    Intanto voglio dire che ESSERE ARROGANTI (atteggiamento insolente di superiorità = presunzione) NON PORTA BENIFICI A NESSUNO.
    Riconoscere la propria arroganza e’ l’inizio di una nuova carriera. Carriera che si costruirà giorno x giorno insieme ai vostri clienti, amici e familiari.
    Rendersi conto di essere arroganti e capirne le conseguenza e’ l’inizio di una nuova vita. Vita fatta di inevitabili successi e nuove amicizie.
    Questi successi e amicizie non verranno raggiunti solo da te o dalla tua “passata” arroganza ma da coloro che hanno sempre creduto in te e che tu non hai mai visto, capito, considerato e apprezzato.
    Si! Perche’ sono le persone intorno a noi che ci fanno diventare persone di successo e non noi stessi con la presunzione.
    Chiedere scusa a coloro che abbiamo offeso o abbiamo involontariamente fatto del male e’ il minimo delle nostre pene. Dovremmo continuare , quotidianamente, ringraziarli quando vengono a trovarci e per la loro costanza nel continuare a consumare i nostri prodotti. Prodotti che anch’essi hanno cambiato atteggiamento nei confronti dei consumatori.
    Solo adesso, che abbiamo cambiato atteggiamento, possiamo dire di avere successo e successo significa capire tutta la filiera che lo rende possibile; qualità, igiene, sostenibilità e rispetto.
    Cerchiamo assieme di individuare e capire una persona arrogante.
    Questo può aiutarci ad individuarli e se ci teniamo a loro, aiutarli a venir fuori da questa cecità che li rende infelici (falsamente felici).
    Fai attenzione alle loro conversazioni. Cerca di ascoltare i loro discorsi sia quando parlano con te che con qualcun altro, ma non metterti a origliare. Parlano sempre di sé stessi? Perdono la pazienza facilmente o si infastidiscono se l’attenzione si sposta su qualcun altro?

    Sono i tratti distintivi di un arrogante.
    • L’arroganza e la presunzione spesso cercano di mascherare l’aver vissuto ben poche esperienze, pertanto, temendo il confronto con gli altri, tendono a elevare se stessi facendo credere di “avere qualcosa in più di loro”. Piuttosto che imparare dagli altri, o fare domande (cosa che vedono come segno di vulnerabilità), gli arroganti tendono a generalizzare e, basandosi sulle loro limitate esperienze di vita, vorrebbero imporre agli altri il loro punto di vista.
    • La gelosia per ciò che hai, o che hai raggiunto, potrebbe portare una persona a diventare arrogante; osserva se sta cercando in ogni modo di mostrarsi migliore di te o se vuole ostentare il possesso di qualcosa che tu non hai.
    • Gli arroganti hanno un disperato bisogno di apparire nel modo giusto. Se anche proverai a fare un piccolo commento non gradito, anche se solo leggermente provocatorio, l’arrogante diventerà furioso nei tuoi confronti. Questo accadrà ogni qual volta metterai in dubbio (anche non volendo) il loro aspetto, la loro intelligenza, le loro abilità atletiche, o qualsiasi altra cosa legata all’immagine che vogliono dare di se stessi.
    Arroganza (dal latino arrogantia) si definisce un senso di superiorità nei confronti di un altro soggetto, manifestato attraverso un costante disdegno. Il termine ha origine giuridica: l’espressione ad rogare, in latino, indica la richiesta e l’appropriazione di ciò su cui non si possono vantare diritti.
    Grazie a mio padre e dalla vita che mi ha fatto sognare, posso dire: “Il talento va’ incoraggiato, l’idiozia combattuta !”
    Quindi a cosa serve la legge che tuteli un settore che ha ispirato presidenzialismi incontrollabili (presidenti di categoria che hanno occupato e che occupano il posto a vita o per gli anni di cui decide lui/lei stesso/a di stare a dettare regole e trovare accordi privati con aziende di semilavorati) oppure altri movimenti o gruppi piu’ o meno medesti che operano cercando di arricchire e migliorare la vera professione. Di questi segnalo l’ultima nata a difesa e diffusione del gelato nel mondo; Gelatieri per il Gelato dove ho avuto la fortuna e orgoglio di aver condiviso il mio spirito imprenditoriale col suo presidente.
    Pubblico di seguito:
    OBIETTIVI
    L’associazione si fa promotrice di azioni Culturali & Sociali allo scopo di raggiungere i seguenti obiettivi:
    • Aggregare un gruppo di Gelatieri di eccellenza in grado di rappresentare la Cultura del Gelato di alto profilo e di solide competenze a livello internazionale;
    • Aumentare la sensibilità del pubblico verso il Gelato Artigianale di Tradizione Italiana di qualità nel mondo;
    • Promuovere le economie locali impegnate nella coltivazione e produzione di ingredienti naturali utili per la produzione di un Gelato Artigianale di Tradizione Italiana i qualità che sia sano, pulito e giusto;
    • Diffondere la Cultura storica e tecnica del Mestiere di Gelatiere Artigiano e dei suoi valori sociali nei (confronti della) per la comunità;
    • Essere punto di riferimento del settore per i percorsi formativi, la ricerca e sviluppo e interlocutore preferenziale verso le istituzioni;
    • Educare al gusto del buon Gelato Artigianale di Tradizione Italiana ogni fascia di pubblico (fascia di consumatori: bambini, giovani e anziani)
    MISSION
    Diffondere e condividere la Cultura del Gelato Artigianale di Tradizione Italiana realizzato dalle mani sapienti del Gelatiere, nel rispetto dell’ambiente, promuovendo le economie locali e l’utilizzo di ingredienti naturali per una alimentazione sana, pulita e giusta.

    Non penso e non credo che un politico, solo per continuare ad occupare la poltrona che gli italiani pagano per fargli riposare il sedere, possa imbrigliare la nostra creativita’ e la nostra fantasia. E credo anche che non abbia la minima idea di cio che abbiamo fatto in passato o di quello che vorremmo offrire in futuro.

    Grazie per la lettura
    Luigi De Luca Artigiano e Giudice di Pace – Australia Rapp. Internazionale FEDERITALIA Food Education

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