Facciamo il punto della situazione un mese esatto dopo la messa in onda della trasmissione d’inchiesta “Indovina chi viene a cena” dove si è parlato di gelato.
Intanto occorre precisare che non è stata una trasmissione organizzata, diretta o cercata dal Movimento dei Gelatieri per il Gelato. Ci è stata richiesta un’intervista per un breve contributo durante la quale abbiamo risposto al meglio delle nostre possibilità a delle domande precise.
Spiace che gran parte del girato durante l’intervista non sia stato utilizzato, ma è logico immaginare che chi ha creato il servizio abbia deciso in autonomia come utilizzare il materiale.
Il bilancio per il nostro movimento è sicuramente stato positivo per tanti aspetti:
- Siamo riusciti a dire che si può fare un gelato con ingredienti semplici;
- Molti operatori “nascosti” sono emersi dall’ombra e ci stanno supportando;
- Moltissimi clienti in tutta Italia sono andati a cercare le gelaterie “del codice” facendo complimenti e augurandosi che possano aumentare in numero;
- Le visualizzazioni del nostro sito sono aumentate vertiginosamente;
- Il gruppo si è coeso ulteriormente ;
- Anche altre associazioni stanno mostrando un interesse verso il codice e ad unirsi per collaborare.
Naturalmente ci sono stati anche alcuni isolati scontenti che hanno diffuso in rete le loro perplessità e talvolta le loro accuse.
Ho riguardato con attenzione la trasmissione di Rai 3 del 22 maggio 2017, dove nei primi 10 minuti si è parlato di gelato artigianale, di etichettatura, di semilavorati e devo dire che non solo non ho trovato nessuna accusa verso una parte della categoria, ma anzi, c’è stata la possibilità di poter mostrare che non è vero (come la maggior parte delle persone al di fuori di questo settore purtroppo crede) che tutti i gelati che si trovano in giro sono fatti con polverine, coloranti e semilavorati pronti all’uso.
Sicuramente è emersa una fotografia di un settore non regolamentato, dove vige una confusione che non giova a nessuno, né al cliente che non capisce la differenza tra un gelato fatto con prodotti pronti e uno fatto con prodotti freschi, né per l’operatore preparato che non sa come comunicare al cliente il valore della propria artigianalità.
Il servizio è stato fatto da giornalisti seri che per una volta si sono impegnati a girare per molte gelaterie, intervistare sia operatori che produttori di semilavorati ed aromi, che hanno letto i cartelli degli ingredienti (quando li hanno trovati…), che hanno frequentato i corsi di gelateria e si sono impegnati a cercare il maggior numero di informazioni per offrire un quadro più preciso possibile della realtà.
Credo ci siano riusciti, purtroppo.
Nascondere la testa sotto la sabbia per non vedere questa realtà non serve, come non serve criticare aprioristicamente qualcuno che ha identificato un problema reale e lo ha posto all’attenzione di tutti. Anche se in modo brutale. Ma in fondo le trasmissioni d’inchiesta, questo fanno.
Ho anche cercato di capire se è stato detto da qualcuno del nostro settore che esistono solo 34 gelaterie che lavorano bene in Italia, sottintendendo quindi che tutti gli altri lavorano male, ma anche qui non ho trovato nulla del genere. È emersa piuttosto una notizia, all’interno di un contesto, che riguarda una “giovane” associazione di gelatieri che ha creato un codice etico e che ha deciso di seguirlo volontariamente. Questo naturalmente non significa che solo loro lavorano bene, ma che semplicemente esistono e seguono un codice che è stato presentato alla stampa l’11 di aprile 2017…
Ricordiamo per chi non ne fosse a conoscenza che l’articolo 1 di questo codice recita:
“I soci del Movimento Culturale GxG devono astenersi dal recare danno alla reputazione dei colleghi e soprattutto alla reputazione della categoria, intraprendendo azioni lesive alla professionalità dei gelatieri in generale. Anche di quelli non appartenenti al Movimento.”
Nel servizio non ho nemmeno trovato una demonizzazone generalizzata sul mondo dei semilavorati. I Gelatieri per il Gelato non sono “contro” le aziende di semilavorati. Il problema è che nel settore c’è ancora molta confusione su cosa sia un semilavorato o un prodotto composto e spesso non si fa (volutamente) distinzione tra semilavorati che aiutano l’artigiano e quelli che invece lo “sostituiscono”. Ma questo è un altro argomento che avremo modo di discutere in un prossimo articolo…
Senza considerare coloro che vivono commercializzando i semilavorati pronti, che giustamente difenderanno i loro interessi personali, il sospetto è che questa situazione, così confusa, giovi a molti operatori che desiderano che nulla cambi, anche se spesso affermano il contrario.
Dall’altro lato c’è chi, con superficialità, ha visto i pochi secondi di intervista agli appartenenti di questo movimento culturale, come la volontà di mettersi in mostra. Purtroppo il nostro settore pullula di prime donne e di “fenomeni” che farebbero qualsiasi cosa per 10 secondi di notorietà. La notizia è che il movimento dei Gelatieri per il Gelato, nonostante abbia al suo interno qualche “pluripremiato”, non ha certo l’obiettivo di creare un gruppo “esclusivo” di star del gelato. Questo movimento è nato per fare cultura del gelato e non cultura della personalità di chi lo compone. Si tratta di un progetto “inclusivo” dove è possibile entrare: basta seguire delle semplici regole condivise. Una cosa talmente semplice che risulta sospetta a chi pensa sempre a chissà quale interesse nascosto ci possa essere…
Tra gli obiettivi di questo movimento ci sono anche quelli di migliorare la qualità della comunicazione con i propri clienti. Ecco perché è importante utilizzare tutti i canali possibili per giungere al grande pubblico e a quegli operatori nascosti. La visibilità quindi non è un fine, ma un mezzo per veicolare un messaggio “sociale”.
Se pensassimo che solo una trentina di gelatieri in Italia possano fare un buon lavoro saremmo dei pazzi. Noi crediamo, al contrario che ci siano centinaia di bravi gelatieri, che amano il loro lavoro e che lo fanno con passione ed in modo etico. Crediamo ci siano anche molte persone che non sanno ancora esattamente cosa significhi fare un gelato di tradizione italiana, perché magari il loro percorso in questo settore è partito da semilavorati pronti o ad alta grammatura, ma che oggi vorrebbero emanciparsi da tale situazione. E’ anche a questi operatori che ci rivolgiamo.
Questo gruppo ha l’obiettivo di crescere e far crescere professionalmente i propri associati attraverso lo scambio e l’autoformazione.
La cultura è da sempre considerata un’arma pericolosa per chi detiene il potere e gode dell’ignoranza dei propri sottoposti. Per questo sappiamo di essere nel mirino di molti detrattori “interessati” o inconsapevolmente “complici” del sistema, ma ciò non fa che fortificarci e farci capire di essere sulla buona strada.
Roberto Lobrano
Presidente dei GxG
Buonasera Roberto, complimenti per come ti sei “destreggiato” tra le domande insinuanti.
A mio parere ci sarebbero molti altri argomenti da chiarire prim’ancora di cercare un’eventuale regolamentazione. E che nessun mai tratta, almeno per quello che mi capita di vedere. Mi rendo disponibile ad un confronto con te o con voi dell’associazione se vi fa piacere. Cordialmente. Paolo Pomposi