Non so se lo sai, ma l’artigianalità è sempre stata alla base del mestiere di gelatiere.
Inizialmente, infatti, le conoscenze venivano trasmesse direttamente in bottega da padre in figlio o da maestro ad allievo.
Le lavorazioni erano semplici e i gusti erano pochi e legati alle stagionalità.
Ma qual era il vero valore dell’azienda artigiana?
Le ricette, naturalmente!
Anche perché erano il risultato di molte prove, errori, fatica e denaro da parte del “maestro gelatiere”.
Sai perché oggi la figura che incontriamo sempre più spesso è quella del “gelatiere imprenditore”?
Essenzialmente perché questo tipo di attività, nonostante la crisi che attanaglia i nostri mercati, risulta essere ancora promettente sotto il profilo dei guadagni.
Mentre un tempo era necessario andare a bottega e sperare di poter carpire qualche segreto dai complessi passaggi che il “mastro artigiano” metteva in atto all’interno del laboratorio, oggi la cultura teorica del gelato è molto più accessibile, grazie a:
- Una consistente bibliografia sulle tecniche di produzione del gelato presente sul mercato;
- La facilità di reperimento delle informazioni grazie ad internet;
- Una variegata offerta di scuole e aziende che organizzano dimostrazioni, corsi e perfino master in gelateria durante tutto l’arco dell’anno e lungo tutto lo stivale.
Quale errore compiono spesso gli aspiranti gelatieri?
Fidarsi di chi racconta che per fare il gelato artigianale di qualità non occorrono conoscenze specifiche!
Vero è che esistono molti prodotti di pronto utilizzo che permettono di ottenere un gelato “dignitoso”, soprattutto all’aspetto, senza dover far altro che aprire una busta e un rubinetto, mescolare il tutto e avviare la produzione della macchina schiacciando un bottone.
Ma la conoscenza di ciò che è il cuore del proprio lavoro non può e non deve discostarsi dell’artigianalità. Chi cerca scorciatoie di questo tipo non potrebbe nemmeno definirsi “gelatiere”, ma al limite “gelatore”…